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Curiosità

Un team di ricercatori rivela il mistero del “testa o croce”

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Matilde Brizzi

Hanno lanciato la moneta 350mila in aria per capire se fosse veramente casuale: sembra di no. Ecco cos’è il “bias dello stesso lato”

Sarebbe interessante anche studiare perché davanti alla domanda “testa o croce?” qualcuno sia molto più affezionato alla prima e qualcun altro sia molto convinto di scegliere invece la croce, ma questa è un’altra storia.

La domanda che si sono posti 48 ricercatori dell’Università di Amsterdam, in questo caso, è: lanciando una moneta abbiamo davvero il 50% di probabilità che escano l’una o l’altra faccia?

Per rispondervi, il gruppo ha persino indetto una maratona di lanci che ha coinvolto studiosi e sconosciuti interessati. Il risultato dell’analisi è molto curioso.

Una ricerca empirica sul testa o croce

I ricercatori dell’università olandese hanno proceduto in modo empirico, ciò significa che si cerca un risultato ad una domanda tramite l’esperienza stessa e i dati, i numeri che ne emergono.

Per verificare la causalità o meno del lancio di una monetina, gli studiosi hanno indetto una “Coin Tossing Marathon”, ossia una maratona di lanci di monetine, la quale ha raggiunto un totale di 350 575 lanci.

Proprio questi, alla fine, hanno lasciato tutti con un piccolo dubbio: forse non è così casuale.

Lo studio statunitense precedente

I curiosi ricercatori di Amsterdam non sono i primi ad essersi posti il dubbio esistenziale sul lancio delle monetine.

Nei primi anni Duemila tre studiosi statunitensi costruirono una macchina lancia-monete per mettere alla prova la statistica del 50% e 50% del “testa o croce”.

L’ipotesi di partenza – da confermare o confutare – era che il risultato di un lancio potesse non essere solo frutto del caso, grazie al cosiddetto “bias dello stesso lato”.

Il “bias dello stesso lato”

Il lancio di una monetina, oltre a coincidere con un sofferente momento di critica indecisione personale – è anche banalmente una questione di fisica. Ciò implica che conoscendo la velocità con cui la moneta viene lanciata e la sua frequenza di rotazione, si dovrebbe poter prevedere l’esito, quindi la faccia che uscirà nella caduta.

Gli esperimenti robotizzati negli Stati Uniti portarono infatti a definire il cosiddetto “bias dello stesso lato”, secondo il quale se recuperata alla stessa altezza, il 51% delle volte la moneta atterra sullo stesso lato dal quale è stata lanciata.

Foto | Pexels @Pixabay – Fortenews.it

Lo studio di Amsterdam

Tornando ora nei Paesi Bassi, le mani umane, per ovvie ragioni, non sono uguali a quelle meccaniche.

Da qui l’idea dei 48 colleghi dell’Università di Amsterdam, capitanati da Frantisek Bartos, della maratona di “Coin tossing” (tossing significa “lanciare”, e coin “moneta”).

Confermato il “bias dello stesso lato”?

Per diversi giorni i ricercatori hanno lanciato 46 monete diverse, per un totale di 350.757 volte.

Risultato? Bias dello stesso lato confermato.

Se inizi con il lato testa rivolto verso l’alto, è più probabile che la moneta atterri allo stesso modo, e viceversa”, ha dichiarato Bartos, precisando che la loro stima è risultata essere del 50,8%, quindi inferiore di poco a quella dello studio statunitense.

Uno shock più filosofico che statistico

I risultati che attestano la non casualità del lancio potrebbero essere considerati scioccanti, se si pensa che c’è una piccola probabilità di scegliere da che lato lanciare per influenzare il risultato a proprio volere.

Tuttavia, come hanno fatto notare alcuni esperti, quella tra il 50,8% e il 50% di probabilità coincide con una differenza davvero minima, la quale ha più effetti sulla riflessione filosofica circa cosa sia la casualità che sulla vita di tutti i giorni.

Il risultato del testa o croce è stato “pilotato” ad Amsterdam?

Ma “quanti prima di lanciare una moneta scelgono davvero il lato da cui lanciarla?”, si chiede Stephen Woodcock, della School of Mathematical and Physical Sciences dell’Università di Tecnologia di Sydney, interpellato da New Atlas.

Ed è proprio questa la domanda che ha sollevato una certa criticità nell’esperimento di Amsterdam: è possibile che i ricercatori, essendo a conoscenza del bias dello stesso lato, abbiano consciamente o inconsciamente “pilotato” il risultato del testa o croce?

Sebbene gli autori della nuova ricerca ritengano improbabile che sia successo, ammettono che è un’eventualità che deve essere verificata, per correttezza.

Meglio nascondere la posizione iniziale!

Mentre, per “scorrettezza”, gli studiosi di Amsterdam hanno ricordato che per decisioni importanti affidate al lancio di una moneta, all’atto pratico, è meglio celare la sua posizione iniziale agli altri scommettitori.

L’articolo circa lo studio e la maratona è al momento disponibile in anteprima su arXiv.

Testa, o croce?

Matilde Brizzi

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