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Attualità

Siamo tutti dipendenti da Whatsapp: quanto fa male un utilizzo eccessivo?

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Matilde Brizzi

L’iperconnessione può scatenare ansia, stress e sfumare il confine tra vitareale e digitale. Un buon equilibrio è fondamentale

Negli ultimi anni, WhatsApp ha rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo e comunichiamo. Crescono e si moltiplicano le chat WhatsApp sul cellulare, da quelle di famiglia, a quelle di classe fino ai colleghi di lavoro e al tempo libero. Tanto che si fa fatica a stare dietro ai messaggi, agli audio e agli allegati che girano e ‘impallano’ il telefono.

Difficile tenere il passo in tutti i gruppi e rispondere in tempo reale. Ma, c’è una soglia di resistenza? Qual è il limite da non superare quando si tratta di utilizzo di WhatsApp?

C’è un alto rischio di andare in tilt

C’è una abitudine a usare WhatsApp che crea dipendenza, perché c’è bisogno di sentirsi in collegamento con gli altri e ognuno si crea una chat per ogni cosa. È chiaro che l’attenzione del nostro cervello non può reggere più di 10 chat o gruppi, perché producono giornalmente dai 10 ai 30 messaggi e a fine giornata si arrivano a contare centinaia di comunicazioni. Si va in tilt. Per non parlare delle note vocali che diventano lunghissime mentre dovrebbero essere al massimo di 30 secondi“, ha dichiarato in merito Enzo Di Frenna, fondatore di Netdipendenza Onlus, la prima associazione europea no profit che si occupa di prevenzione del tecnostress e delle videodipendenze.

Di Frenna è anche autore del libro ‘Digiuno Digitale: come sopravvivere con poca tecnologia e rigenerare le forze con le energie sottili’.

La tecnologia dovrebbe semplificare la vita, non il contrario

L’uso eccessivo di WhatsApp ha portato molte persone a sentirsi costantemente “connesse” e sotto pressione per rispondere ai messaggi in modo tempestivo. Questo comportamento può portare a una serie di problemi, tra cui stress, ansia e sovraccarico informativo. Secondo Di Frenna, l’attenzione del nostro cervello non può reggere più di 10 chat o gruppi, poiché questi possono generare giornalmente dai 10 ai 30 messaggi e a fine giornata si arrivano a contare centinaia di comunicazioni. Le note vocali troppo lunghe possono ulteriormente aggravare la situazione. e questo sovraccarico informativo può portare a mal di testa, insonnia e umore instabili.

«Se la mente si ammala, anche il corpo si ammala», avverte Di Frenna, sottolineando l’importanza di utilizzare la tecnologia con attenzione. In quanto la tecnologia dovrebbe semplificare la vita, non renderla più complicata.

Digiuno Digitale per il nostro benessere

Per affrontare l’uso eccessivo di WhatsApp e dei dispositivi digitali in generale, sono state proposte iniziative come il trekking di digiuno digitale. Questo coinvolge cittadini in escursioni nei boschi, offrendo loro un’occasione per disintossicarsi dalla tecnologia. Inoltre, ovviamente tali attività promuovono la connessione con la natura e il benessere fisico e mentale.

Enzo Di Frenna ha anche creato il sito digiunodigitale.net, dove le persone possono condividere le loro esperienze di astinenza dalla tecnologia digitale e ricevere informazioni sui rischi associati all’uso eccessivo dei dispositivi digitali.

È nato anche un movimento, chiamato ‘DD Trekkers’, dedicato a coloro che cercano di ridurre la loro dipendenza dalla tecnologia tramite il cammino.

Foto | Pixabay @Gerd Altmann – Fortenews.it

Stress da gruppo WhatsApp

L’uso di WhatsApp ha portato all’“iperconnessione”, con aspettative di risposta immediata, soprattutto nei gruppi. Questo stress da gruppo WhatsApp è particolarmente evidente nei gruppi di lavoro, dove le notifiche sono frequenti e le aspettative di risposta sono alte.

Il lavoro da remoto – sempre più in voga dalla pandemia in poi – ha ulteriormente aumentato il numero di gruppi di lavoro su WhatsApp, rendendo più difficile separare il tempo di lavoro dal tempo personale.

Le spunte blu che “inchiodano”

«Le famose spunte blu di Whatsapp – osserva la psicologa Natalia L. Perotto – che indicano che il nostro interlocutore ha letto il nostro messaggio, aggiungono un ulteriore elemento. Dal lato del mittente ci si aspetta una risposta in tempi brevi, dal lato del destinatario c’è la consapevolezza di questa aspettativa ma, spesso, l’indisponibilità a rispondere rapidamente per qualsivoglia motivo. C’è in sintesi la ricerca di una risposta immediata attraverso un mezzo che invece è mediato, e anche questo è fonte di stress.

Uno degli elementi più utili e veloci se abbiamo bisogno di un confronto immediato – continua la psicologa – resta il telefono, che ci permette di interloquire direttamente con la persona».

Consigli per gestire lo stress da WhatsApp

Per evitare lo stress da WhatsApp, sempre la dottoressa Perotto offre alcuni consigli pratici:

  • Limitare le dimensioni dei gruppi a massimo 4-5 persone.
  • Stabilire regole chiare per la gestione dei gruppi, con obiettivi definiti, tempi di risposta e mole di contenuti.
  • Silenziare le notifiche per recuperare i messaggi solo quando si ha il tempo.
  • Priorizzare le chiamate quando si tratta di questioni importanti.

Mentre WhatsApp e la connettività digitale possono essere strumenti preziosi, è importante utilizzarli con consapevolezza. È fondamentale trovare un equilibrio tra il mondo digitale e il mondo reale per mantenere una mente e un corpo sani.

Matilde Brizzi

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