Ti hanno mai parlato dell’ottobrata romana? Scopri il significato del termine e cosa indica oggi questa espressione!
Hai mai pensato di visitare Roma in ottobre? Probabilmente hai scelto il periodo migliore per visitare la capitale. Ti spiego il perché. Nell’antichità esistevano le “ottobrate romane“. Di cosa si tratta? Erano delle scampagnate che si facevano tradizionalmente nel mese di ottobre a Roma. Il clima era ideale perché c’era il sole ma non il caldo dell’estate. Si celebrava la chiusura della vendemmia.
Le origini delle ottobrate romane vanno ricercate nei baccanali. Gli antichi romani infatti, celebravano il dio del vino Bacco organizzando delle feste piene di flauti, danze sfrenate e divertimento. Col passare dei secoli l’usanza di festeggiare a ottobre è rimasta. Ad oggi, il termine “ottobrate romane”, viene utilizzato comunemente per indicare il clima mite che caratterizza il mese di ottobre.
Le ottobrate romane: tutte le tradizioni della festività
Ma in maniera concreta cosa si faceva durante le ottobrate romane? Questa tradizione riguardava tutte le famiglie che si organizzavano il giovedì e la domenica mattina per le gite fuori porta. Le mete erano le vigne e le osterie. Nel XVIII secolo, questa usanza divenne molto popolare non solo tra i contadini ma anche tra la nobiltà. Divenne comune anche arrivare a festeggiare le ottobrate ai Castelli romani.
Il popolo amava questa usanza perché poteva prendersi una pausa da una lunga e dura vita di lavoro, i nobili invece potevano sfuggire dalle loro responsabilità di palazzo. C’era anche un dress-code per partecipare alla festa, infatti, sia per le donne che per gli uomini era richiesto che si vestissero con ornamenti floreali.
Durante le ottobrate, si beveva e si cantava ma si partecipava anche a giochi come le bocce e le altalene. Il menù era molto importante ed era costituito quasi sempre, oltre al vino, da trippa, abbacchio e gnocchi. Il tutto era condito da buona musica e da balli.
Molto spesso ci si allontanava da casa per raggiungere vigne lontane. Quindi chi poteva permetterselo lo faceva con l’uso di una carrozza chiamata “carettella”. Di solito era prassi che fosse utilizzata dalla borghesia, gli altri invece seguivano la carrozza a piedi suonando e cantando, la festa iniziava già dal viaggio. Le ottobrate erano diventate così famose tanto da includere nomi come quello di Giacomo Casanova che raccontò di aver vissuto una di queste giornate romane e di essere dispiaciuto che il tempo fosse passato così in fretta.