Nel corso della trasmissione il conduttore si è difeso rivendicando quanto accaduto: “Ho dato voce a opinioni diverse. È giornalismo autenticamente plurale”
Quando si dice che la toppa è peggiore del buco. Probabilmente non è andata esattamente come l’aveva immaginata l’ad della Rai, Roberto Sergio, la puntata “riparatrice” di Giù la maschera, il programma condotto da Marcello Foa su Radio 1, andata in onda ieri per sedare le polemiche scoppiate dopo l’intervento dello psicoterapeuta no vax Massimo Citro della Riva, già sospeso dall’Ordine dei medici proprio per le sue controverse teorie anti vaccini (nel 2021 rifiutò di assumere il siero anti-Covid sostenendo che potesse modificare il Dna).
Sergio aveva chiesto esplicitamente una trasmissione con ospiti esperti e medici che parlassero dell’importanza dell’immunizzazione per arginare la diffusione del virus. Gli esperti in effetti c’erano, a partire da Giorgio Palù, direttore Aifa, e Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e tropicali.
Peccato che prima di dare loro la parola, l’ex presidente della Rai abbia sostanzialmente rivendicato quanto accaduto appena 24 ore prima.
“Ieri abbiamo invitato molti ospiti, tra cui il ricercatore Francesco Zambon, ex membro dell’Oms, e il professor Massimo Galli, argomentando energicamente a sostegno dei vaccini”. Quindi, “abbiamo interpellato Citro della Riva, che aveva un’opinione diversa, come si conviene a un giornalismo autenticamente plurale”, è stata la difesa del giornalista
“È scoppiata una bufera su una frase che non condividiamo”, ha detto Foa. A ogni modo “il dottor Citro ci ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto e assumendosene la responsabilità. Precisando che si trattava di opinioni personali e non di una valutazione scientifica. Prendiamo atto di questa dichiarazione, dando a questa precisazione la stessa evidenza con cui la frase è stata pronunciata nella trasmissione di ieri, come deve fare un giornalismo che vuole essere intellettualmente onesto. E come conviene a questo tipo di giornalismo ho deciso, alla luce dell’interesse che questo tema suscita, di tornare anche oggi sul Covid”, ha rivendicato il conduttore.
E il presidente dell’Aifa ha rincarato la dose: “Un servizio pubblico come il vostro, quando fa divulgazione scientifica, non può dare la parola a tutti, le conoscenze scientifiche non sono da mettere in discussione, non è un fatto democratico, non è questione di maggioranza e minoranza. Il fatto di aver invitato un medico sospeso dall’ordine dei medici lo trovo piuttosto problematico”.
Oltre all’ad, anche la presidente della Rai Marinella Soldi non avrebbe affatto gradito le dichiarazioni del dottor Citro della Riva.
Il direttore di Radio1 e del Giornale radio Francesco Pionati dal canto suo ha preso subito le distanze dopo la messa in onda della puntata con le affermazioni anti vaccini: “Ho l’obbligo di chiarire che esse non corrispondono in alcun modo nè al mio personale pensiero, nè alla linea editoriale dei Gr e di Radiouno la quale – al contrario – pur nel rispetto e nel libero confronto di tutte le opinioni, tende a sostenere ogni iniziativa della sanità pubblica finalizzata a contrastare l’epidemia di Covid, a cominciare dalla tutela dei più fragili. Colgo l’occasione per invitare tutti i conduttori, in presenza di dichiarazioni estreme rese dai loro ospiti, a chiarire che le stesse sono fatte a titolo personale e non rispecchiano in alcun modo la posizione della redazione e della rete”.
Cosa aveva detto il medico no vax? Alla domanda di un ascoltatore scettico, il medico ha pensato bene di risponde che “i vaccini non hanno senso. Non sono vaccini perché la proteina Spike non attenua. A decidere deve essere il buon senso non il protocollo. Dobbiamo non preoccuparci ma occuparci, ormai il Sars Cov 2 si è endemizzato, si comporta come un’influenza stagionale. Le forme gravi ormai sono rarissime”.
Immediata la reazione dei componenti del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai, che hanno chiesto con “urgenza” spiegazioni. La radiotelevisione pubblica “deve con urgenza spiegare come sia stato possibile invitare a parlare di Covid” alla radio “un complottista e negazionista che si è rifiutato di vaccinarsi affermando che non intendeva ‘diventare un Ogm’”, hanno scritto gli esponenti dem.
“In un momento così delicato dell’azione di contrasto al Covid, con dati nuovamente preoccupanti sia nel numero dei contagi che delle vittime, il Servizio di informazione pubblico non dovrebbe avere l’obbligo di puntare sulla scienza nell’offrire le informazioni più corrette e utili alle cittadine e ai cittadini italiani?”.
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