In Serie A sempre più calciatori scelgono un preparatore personale, vale a dire una persona che li affianca per curare al meglio la forma fisica. Ma come mai? Proviamo a capirlo…
Il calcio, una volta, era la domenica alle tre. Per le squadre più fortunate, c’era poi l’impegno infrasettimanale europeo, ma si trattava di un’eccezione riservata a poche società. Oggi, senza fare i nostalgici, ma guardando semplicemente la realtà, c’è di fatto una partita al giorno. Si parte il venerdì con gli anticipi di Serie A e si chiude il giovedì successivo con le partite di Europa League e di Conference. E, poi, si riparte di nuovo, a meno che non ci siano le nazionali, che sono comunque un altro impegno. Se da un lato il motivo di questa “overdose” calcistica è dettato da un calendario “spezzatino”, dall’altro è anche vero che gli impegni per i calciatori sono decisamente aumentati. Il numero di gare che si disputano in una stagione ora è molto più alto rispetto al passato.
A farne le spese sono, spesso, le condizioni fisiche. Gli infortuni sono, non a caso, sempre più frequenti ed è necessario provare a prevenirli. Come? Attraverso un attento lavoro atletico, che deve durare per tutto l’arco della stagione, ma non solo. Perché è proprio durante i periodi di pausa che si costruiscono le condizioni per una stagione ottimale. Anche per questo motivo, sempre più professionisti scelgono di farsi affiancare, oltre che dallo staff della loro squadra, anche da un preparatore personale che li segua tutto l’anno. Certo, il periodo in cui la presenza di questa figura è più importante è quello in cui le competizioni sono ferme.
A confermarlo è stato Carmine Menna, preparatore di numerosi sportivi, tra cui Immobile ed El Shaarawy. In una lunga intervista al Corriere dello Sport, ha spiegato i motivi per cui i calciatori lo scelgono e l’importanza della giusta preparazione pre-stagionale. “La preparazione pre-stagione durante il periodo estivo può essere davvero importante prima dell’inizio ufficiale di stagione per diversi motivi. Sicuramente è importante anche per il calciatore un periodo di scarico dai ritmi della stagione e di decondizionamento. È chiaro però ridurre totalmente l’esercizio fisico per un periodo di un mese abbondante non è ottimale. L’obiettivo di una preparazione pre-stagione quindi è quello di fare un lavoro tale da aiutare il calciatore a raggiungere un buon livello di preparazione atletica per affrontare al meglio l’inizio di stagione – si legge nell’intervista rilasciata al quotidiano – Inoltre una preparazione personalizzata può essere utile come periodo di transizione graduale da una fase di riposo a quello che sarà il ritiro vero e proprio con al squadra per la preparazione atletica. Questo può contribuire anche a ridurre il rischio di infortuni in stagione“.
Menna spiega, poi, come il lavoro con un preparatore personale durante la stagione si riduca, ma non si esaurisca: “In generale, un preparatore personale può davvero svolgere un ruolo importante per supportare e aiutare il calciatore ad ottimizzare la propria prestazione. Ovviamente nel corso della stagione bisogna valutare il lavoro che viene già svolto con la squadra per evitare di sovraccaricare ulteriormente e quindi il lavoro che si può andare a fare è un lavoro di rifinitura o per lavorare su eventuali carenze“.
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