Il penultimo prestigiosissimo premio svedese è stato consegnato ieri, giovedì 5 ottobre 2023, a Stoccolma.
Così Jon Fosse, scrittore eclettico norvegese, vince il Nobel per la Letteratura “per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile“, secondo quanto è stato dichiarato alla cerimonia di premiazione.
Scopriamo allora qualcosa in più sul vincitore e la sua opera molto sfaccettata.
Chi è Jon Fosse
Considerato uno dei maestri della letteratura scandinava, è conosciuto come autore emblematico della scena teatrale contemporanea.
Quindi Jon Fosse è uno scrittore, un poeta e – soprattutto – un drammaturgo norvegese nato ad Haugesund nel 1959.
Si è laureato all’Università di Bergen in letteratura comparata e da allora ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, insegnando a lungo all’Accademia di scrittura di Hordaland.
Oggi ha 64 anni e vive nella residenza onoraria di Grotten, a Oslo, concessagli dal re di Norvegia per i suoi meriti letterari che lo hanno reso famoso non solo entro i confini scandinavi, ma a livello internazionale.
Una penna poliedrica e spietata
Ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (Rosso, nero), sperimentando poi la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia. Insomma, una penna eclettica e fantasiosa, tuttavia diretta e cruda nello stile.
Nel suo primo dramma Nokon kjem til å komme (Qualcosa sta per arrivare, 1992-93) – spiega la Treccani – è compiutamente espressa la sua cifra stilistica: una scrittura scarna e spietata, sempre pronta a cogliere e a descrivere tutte le contraddizioni del linguaggio e delle reti relazionali. I temi indagati più di frequente sono la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia.
Non ce lo aspettavamo tanto crudo pessimismo da un natìo di uno dei paesi più felici del mondo, vero?
Jon Fosse, drammi di successo
Eppure Jon Fosse è anche l’autore del dittico sul pittore norvegese L. Hertervig Melancholia (1995-96) e di intensi drammi quali Natta syng sine songar (E la notte canta) – il suo primo e vero dramma – ed Eg er vinden (Io sono il vento).
Le sue opere sono state tradotte in oltre 40 lingue, compreso l’italiano, e vendute trovando pieno successo in numerose parti del mondo.
La presenza di Dio e della sua fede nei suoi scritti
Fosse è nato il 29 settembre 1959 a Haugesund, un piccola cittadina sulla costa occidentale norvegese, ma è cresciuto a Strandebarm, sullo spettacolare fiordo di Hardanger, che è una parte della Norvegia in cui la presenza della religione è a maggioranza protestante.
Nel 2012 infatti lo scrittore si è convertito al cattolicesimo e questo si è inevitabilmente riversato sulla sua opera: «Sento che nella mia scrittura – ha detto in un’intervista al “New Yorker” – c’è una sorta di riconciliazione. O, per usare una parola cattolica o cristiana, di pace».
Nei suoi libri emerge spesso il tema di Dio e della fede. In Mattino e sera scrive: «La parola e lo spirito di Dio esistono in tutto. Dio esiste, ma è molto lontano e del tutto vicino, perché è presente in ogni singolo essere umano».