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Spettacolo

Oscar, quali film italiani l’hanno vinto? E perché il prossimo potrebbe essere “Io capitano”?

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fede Cirone

L’Italia è il paese straniero che vanta più Oscar nella storia degli Academy Awards: ripercorriamo le statuette vinte dal cinema nostrano

L’Italia detiene il primato nel numero di Oscar vinti per film stranieri non in lingua inglese, con ben 14 Oscar nella categoria “Miglior Film Internazionale”. Inoltre, quattro premi speciali alla carriera sono stati assegnati a illustri figure del cinema italiano, tra cui Sophia Loren, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni ed Ennio Morricone. Tutti riconoscimenti che testimoniano l’eccezionale contributo dell’Italia all’industria cinematografica mondiale.

Fino all’ultima edizione degli Academy Awards, l’Italia poteva vantare un un totale di 29 nomination, classificandosi prima nella classifica dei Paesi stranieri che hanno concorso e vinto la prestigiosa statuetta, superando anche la Francia, con 12 vittorie su 36 nomination.

Tuttavia, il numero di nomination potrebbe essere destinato a crescere. Infatti, per il 2024 l’Italia sarà rappresentata al Dolby Theatre di Los Angeles dal film Io capitano, diretto dal regista Matteo Garrone, reduce dal successo alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove si è aggiudicato il Leone d’Argento per la Miglior Regia. Che il successo di pubblico e critica in Italia venga eguagliato dalla vittoria oltreoceano? Possiamo solo sperare di sì.

La corsa all’Oscar di Io capitano

Ormai è deciso. L’ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali, composta da giornalisti, produttori, distributori e addetti ai lavori del settore cinematografico, ha decretato che il film che rappresenterà l’Italia alla prossima edizione dei premi Oscar sarà Io capitano, undicesimo lungometraggio diretto dal regista Matteo Garrone. Adesso, entro la fine di dicembre, i membri dell’Academy, l’associazione responsabile della premiazione, selezioneranno una lista iniziale di 15 film, presentati da altrettanti Paesi stranieri, da cui successivamente verranno estratte le cinque nomination finali per la categoria. L’annuncio delle nomination è previsto per il 23 gennaio 2024, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si svolgerà il 10 marzo 2024.

Reduce dal grandioso successo riscontrato alla 80ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove, oltre a una commossa standing ovation di 10 minuti in sala, ha vinto sia il Leone d’Argento per la Miglior Regia sia il Premio Mastroianni all’attore protagonista Seydou Sarr, Io capitano porta Garrone in direzione Hollywood, segnando un altro punto epocale nella carriera del regista di successi come Gomorra, Il racconto dei racconti e Pinocchio. Il film narra la vicenda di due giovani, Seydou e Moussa, interpretati dagli esordienti Seydou Sarr e Moustapha Fall, che partono da Dakar, in Senegal, in un lungo e doloroso viaggio per raggiungere l’Europa. Tuttavia, il loro sogno di riscatto si trasforma ben presto in un’epica odissea nel mondo contemporaneo. Durante il loro percorso, i due protagonisti affrontano le sfide del deserto con le sue innumerevoli insidie, i pericoli dell’attraversamento del mare aperto, e affronteranno le contraddizioni dell’uomo, un essere complesso fatto di ambiguità e ipocrisie. Io capitano propone uno sguardo sincero e senza fronzoli sulla realtà dei migranti che cercano una vita migliore, portando alla luce le dure condizioni e le sfide che incontrano lungo il loro cammino.

Io capitano, film di Matteo Garrone | IMDB @raicinema

 

Il film racconta un cambio di prospettiva: abbiamo cercato di mettere la macchina da presa dall’altra parte in una sorta di controcampo, per raccontare un viaggio epico perché sono loro gli unici portatori dell’epica contemporanea e abbiamo raccontato la storia dal loro punto di vista. Questo perché? Per cercare di far rivivere, a chi vedrà il film, quell’esperienza che loro vivono, con tutti i momenti di sconforto e disperazione, ma anche tanti momenti di speranza in cui sembra che tutto sia a un passo dall’essere raggiunto. È un romanzo di formazione”. Con queste parole Garrone ha cercato di condensare l’essenza di Io capitano, un film quanto mai necessario, che, forse riuscirà a smuovere anche le coscienze oltreoceano.

I film italiani che hanno vinto la statuetta

L’Italia è leader nel numero di Oscar vinti per i film in lingua non inglese, con ben 14 statuette, su un totale di 29 candidature. Nella sua storia di riconoscimenti cinematografici a Hollywood, il cinema italiano vanta anche due premi speciali, attribuiti a Sciuscià e Ladri di biciclette, quando il Premio Miglior Film Straniero non esisteva ancora. Inoltre, c’è da menzionare il film Le Mura, una co-produzione italo-francese, insignito del prestigioso Premio Onorario.

Sciuscià

Film del 1946, Sciuscià è diretto da Vittorio De Sica. Quest’opera cinematografica è riconosciuta come un’icona del neorealismo italiano ed è stato uno dei primi film a porre l’obiettivo sulla difficile realtà dei bambini di strada a Roma dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il titolo Sciuscià, traslitterazione napoletana dell’americano “shoe-shine”, si riferisce ai giovani “lustrascarpe” protagonisti del film, interpretati magistralmente da bambini non professionisti. La trama segue le vite di due amici, Giuseppe e Pasquale, che lottano per sopravvivere nelle strade di una Roma post-bellica, affrontando la povertà e l’ingiustizia sociale. Il film offre uno sguardo toccante e realistico sulla disperazione e la resilienza di questi giovani protagonisti, facendo riflettere il pubblico sulla durezza della vita e le sfide che affrontano.

Ladri di biciclette

Capolavoro del cinema italiano del 1948, Ladri di biciclette è diretto da Vittorio De Sica e scritto da Cesare Zavattini. Questo film è uno dei pilastri del movimento cinematografico del neorealismo italiano ed è ampiamente considerato uno dei migliori film mai realizzati. La trama segue la struggente storia di Antonio Ricci, interpretato da Lamberto Maggiorani, un disoccupato che, dopo aver finalmente ottenuto un lavoro come attaccabrighe per una campagna pubblicitaria, si vede rubare la sua bicicletta, l’unico mezzo per poter sostenere la sua famiglia. Il film esplora temi universali come la disperazione, la dignità umana, la lotta per la sopravvivenza e la complessità delle relazioni familiari. La pellicola cattura magistralmente la vita quotidiana nella Roma postbellica, con un realismo crudo e un’impressionante autenticità. Ladri di biciclette è un’opera toccante e indelebile che continua a influenzare e ispirare il cinema contemporaneo e il dibattito sociale sulla disuguaglianza e l’umanità.

Le mura di Malapaga

Eccoci a un caso particolare di co-produzione italiana. Infatti, Le mura di Malapaga è un film italo-francese del 1949 diretto da René Clément e co-prodotto dall’Italia e dalla Francia. La storia è ambientata nella città di Genova durante la Seconda Guerra Mondiale e segue la vita di Irene, una giovane donna francese fuggita dall’occupazione tedesca e rifugiatasi in Italia. Qui incontra Gino, un pescatore italiano interpretato da Jean Gabin, e inizia una storia d’amore travolgente. Il film cattura la tensione della guerra e il senso di dislocamento che molte persone hanno sperimentato durante quel periodo tumultuoso. Le mura di Malapaga è un esempio del cinema postbellico che esplora la complessità umana e le relazioni in un contesto di guerra, ricevendo l’ammirazione della critica e del pubblico.

La strada

Iconica opera cinematografica del 1954 diretta da Federico Fellini, La Strada, è universalmente riconosciuto come uno dei capolavori del cinema neorealista e rappresenta una pietra miliare nella carriera del regista. La trama ruota attorno alla giovane Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina, una ragazza ingenua e innocente che viene venduta da sua madre a un vagabondo di nome Zampanò, interpretato da Anthony Quinn, un artista di strada che si guadagna da vivere come “l’uomo di ferro”. Il film offre uno sguardo toccante sulla condizione umana e la fragilità dell’anima, spingendo gli spettatori a riflettere sul significato della vita e delle relazioni umane.

Le notti di Cabiria

Del 1957 è Le notti di Cabiria, film diretto da Federico Fellini . La trama ruota intorno all’interpretazione memorabile di Giulietta Masina, moglie del regista, nel ruolo di Cabiria, una prostituta dal cuore gentile, nelle sue avventure notturne in cerca di amore e felicità nelle strade di Roma. Nonostante le difficoltà che la vita le presenta, la protagonista è capace di mantenere intatte la sua resilienza e la sua capacità di sognare, mentre nel film si esplorano temi profondi come la solitudine, la speranza, la dignità e la lotta per la sopravvivenza. Le notti di Cabiria è un gioiello della cinematografia italiana capace di catturare la complessità dell’anima umana e le sfide che gli uomini e le donne affrontano nella ricerca dell’amore e della felicità.

8 ½

Del 1963 è uno dei capolavori più celebrati di Federico Fellini:  . Il film è una profonda esplorazione dell’anima umana, della creatività e della crisi artistica attraverso la figura di Guido Anselmi, interpretato da Marcello Mastroianni, un regista in crisi alla ricerca dell’ispirazione per il suo prossimo lavoro. La narrazione mescola abilmente realtà e sogno, portando lo spettatore in un mondo onirico e surreale in cui i confini tra la vita e la finzione si sfumano. è noto per il suo stile visivo e narrativo innovativo, dal momento che Fellini sperimenta l’uso della fantasia e dei ricordi del protagonista per costruire una storia complessa e ricca di simbolismo Con una colonna sonora memorabile composta da Nino Rota e un cast eccezionale, è un’opera d’ arte che continua ad affascinare e ispirare gli amanti del cinema in tutto il mondo, consolidando il suo status di capolavoro del cinema italiano e mondiale.

8½, di Federico Fellini | IMDB

Ieri, oggi, domani

Diretto da Vittorio De Sica, Ieri, oggi, domani è un film del 1963 interpretato da due icone del cinema italiano, Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Si tratta di una commedia antologica composta da tre episodi separati, ognuno dei quali racconta una storia diversa, ma tutti ambientati in Italia e con Loren e Mastroianni nei ruoli principali. Il film esplora in modo intelligente e divertente le dinamiche delle relazioni umane, il ruolo delle donne nella società e il contrasto tra le diverse regioni italiane. Ogni episodio offre una prospettiva diversa sulle sfide e le gioie dell’amore e della vita quotidiana. Oltre all’Oscar al Miglior Film in Lingua Straniera, Sophia Loren vinse anche la statuetta come Miglior Attrice Protagonista per la sua straordinaria interpretazione.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Diretto da Elio Petri nel 1970, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è noto per essere una delle opere più significative del cinema politico e sociale italiano. Il protagonista, interpretato da Gian Maria Volonté, è un alto funzionario di polizia che commette un omicidio, fiducioso che la sua posizione privilegiata lo metta al di sopra di ogni sospetto e che non verrà mai accusato. Il film esplora in modo provocatorio e satirico i temi della corruzione, del potere, della giustizia e dell’impunità, mettendo in discussione la moralità delle istituzioni e la vulnerabilità della società. La pellicola è un forte commento sulle strutture di potere e l’abuso di autorità, ed è un esempio straordinario di cinema politico italiano degli anni ’70.

Il giardino dei Finzi Contini

Basato sul romanzo omonimo di Giorgio Bassani, Il Giardino dei Finzi Contini è un film del 1970 diretto da Vittorio De Sica, ritratto commovente e suggestivo delle vicissitudini di una famiglia ebrea durante il periodo dell’ascesa del regime fascista in Italia. Ambientata nella città di Ferrara, la storia si concentra sulla famiglia Finzi Contini, una famiglia ebrea di alta borghesia che vive isolata all’interno delle mura della loro residenza, immersi in un mondo idilliaco di giardini e letteratura. Il Giardino dei Finzi Contini offre uno sguardo penetrante sulla discriminazione e la tragedia delle leggi razziali, mentre allo stesso tempo racconta la storia d’amore commovente tra i due giovani protagonisti, interpretati da Lino Capolicchio e Dominique Sanda.

Amarcord

Diretto da Federico Fellini nel 1973, Amarcord è un’opera cinematografica che evoca una profonda nostalgia per l’Italia degli anni ’30 attraverso gli occhi di un giovane ragazzo di nome Titta. Si tratta di un affettuoso omaggio di Fellini alla sua infanzia e ai ricordi della sua città natale, Rimini. Il film è una raccolta di vignette surreali e spesso comiche che catturano la vita di una piccola comunità italiana durante il regime fascista, attraverso personaggi eccentrici e situazioni buffe. Il titolo stesso, Amarcord, è un neologismo che in dialetto romagnolo significa “Mi ricordo” e incarna l’idea di portare alla memoria il passato con una dolce malinconia.

Nuovo Cinema Paradiso

Diretto da Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso è un film del 1988, incentrato sulla vita di Salvatore, un regista di successo, tornato al suo paese natale in Sicilia dopo la morte di un amico d’infanzia, Alfredo, proiezionista del Cinema Paradiso. Il film celebra la magia del cinema, il suo impatto sull’infanzia e sulla crescita, e l’influenza duratura dei ricordi e delle storie condivise. La colonna sonora emozionante di Ennio Morricone aggiunge un ulteriore strato di bellezza a questa storia che esplora l’amore, la nostalgia e la passione per il cinema.

Mediterraneo

Del 1991, Mediterraneo è un film diretto da Gabriele Salvatores, incentrato sulle vicende di un gruppo di soldati italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, rimasti bloccati su una remota isola greca dopo essere stati accidentalmente abbandonati dalla loro unità. Mentre cercano di sopravvivere, i soldati instaurano rapporti con gli abitanti dell’isola, scoprendo le sfumature della vita mediterranea e il calore delle loro relazioni. Mediterraneo combina commedia e dramma, offrendo una riflessione toccante sulla guerra, l’amicizia e la bellezza del panorama mediterraneo, mentre esplora le differenze culturali e le connessioni umane in un momento di conflitto.

La vita è bella

La vita è bella è un film diretto e interpretato da Roberto Benigni nel 1997, una combinazione unica di commedia e dramma nel tragico contesto dell’Olocausto. Il film racconta la storia di Guido, un cittadino italiano ebreo che viene deportato insieme a suo figlio Giosuè in un campo di concentramento nazista. Fin da subito, il protagonista cerca in ogni modo di proteggere il bambino dal terrore e dalla brutalità del campo, facendo credere a Giosuè che si tratti solo di un gioco a premi. L’ironia e l’amore di Guido per suo figlio sono la chiave di lettura del film, che offre una potente rappresentazione della resilienza umana e dell’amore incondizionato. La Vita è Bella si è aggiudicato ben tre premi Oscar: Miglior Film Straniero, Miglior Attore Protagonista a Benigni e Migliore Colonna Sonora a Nicola Piovani.

La grande bellezza

Diventato già un cult del cinema italiano, La Grande Bellezza, diretto da Paolo Sorrentino nel 2013, racconta la storia di Jep Gambardella, un giornalista e scrittore di successo, che riflette sulla sua vita e sulla superficialità della società romana in cui vive. Il film è una profonda meditazione sulla bellezza, l’arte, la cultura e la decadenza, ma offre un ritratto conturbante di Roma, con il suo perenne oscillare tra storia e modernità. La Grande Bellezza deve parte del suo successo e della sua acclamazione tra pubblico e critica alla magistrale interpretazione di Toni Servillo nel ruolo del protagonista. Il film di Sorrentino esplora temi complessi come la ricerca del significato nella vita, la nostalgia e la perdita, mentre offre uno sguardo incisivo sulla società contemporanea e sulle persone che la compongono.

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