Sonno e memoria sono inestricabilmente legati. Eppure, molti di noi non dormono né riposano abbastanza. Ecco come risolvere il problema.
La nostra memoria è incredibilmente sensibile alla privazione del sonno. Ma lo stile di vita contemporaneo spesso rema contro il nostro bisogno vitale di riposo e relax per rigenerare la mente. Si può fare qualcosa per migliorare la nostra capacità di memoria e al tempo stesso assicurarci il giusto apporto di sonno? E cosa? I colleghi di Newsweek hanno parlato con un esperto per scoprirlo.
“Il ruolo di un buon sonno per l’efficienza cognitiva è fondamentale“, spiega Bernhard Staresina, professore di neuroscienze cognitive presso l’Università di Oxford in Inghilterra. “Sappiamo che il cervello continua a lavorare sui ricordi durante i periodi ‘offline’, cioè quando apparentemente ti disimpegni dall’apprendimento. Ad esempio, i sonnellini sono incredibili stimolatori di memoria“.
Staresina ha aggiunto che personalmente cerca di dormire 7-8 ore a notte. Ma quali altri fattori legati allo stile di vita possono dare benefici al nostro cervello? Il sonno e la memoria sono inestricabilmente legati, quindi le abitudini che agevolano il sonno possono anche rafforzare la memoria.
“È noto che l’esercizio fisico potenzi le nostre capacità mentali, compresa la memoria“, sottolinea Staresina. Non si tratta di correre una maratona ogni giorno: basta solo un po’ di esercizio fisico regolare per stimolare la circolazione del sangue. Inoltre, bisogna cercare di mangiare e bere nel modo più sano possibile, evitando i cibi trasformati in generale e i pasti pesanti la sera, poiché compromettono la qualità del sonno.
Un altro fattore che può influenzare seriamente il nostro sonno è il tempo trascorso davanti a uno schermo. Da evitare pc, telefonini e tablet prima di andare a letto, poiché è stato dimostrato che comportano tutta una serie di conseguenze dannose per la qualità del sonno e quindi per la memoria.
Ma la memoria ha bisogno anche di esercizio. Come il linguaggio o la forma fisica, obbedisce al principio “usalo o perdilo”. Allenare regolarmente la memoria, ad esempio cercando di memorizzare la lista della spesa o un nuovo numero di telefono, è di grande aiuto e ci abitua a non dipendere completamente dalla tecnologia.
Nel complesso, maggiore è lo sforzo mentale che facciamo, più duratura sarà la memoria. La maggior parte dei nostri ricordi sono di natura associativa. Pertanto, più intrecciamo le nuove informazioni alle conoscenze preesistenti, più è probabile che facciano presa. Usare il maggior numero possibile di sensi quando si apprendono nuove informazioni è molto utile, poiché in tal modo si creano più percorsi di accesso quando in seguito cercheremo di richiamare quei ricordi. Anche fare pause regolari durante l’apprendimento è vitale. E naturalmente nuove esperienze e arricchimento possono aiutare a rafforzare la memoria. “Rimanere curiosi, leggere, socializzare e viaggiare sono le armi più efficaci per mantenere l’efficienza cognitiva per tutta la vita”, conclude Staresina.
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