Una cantante lirica sale sul palco, inizia a cantare e all’improvviso, con la sola potenza della sua voce, frantuma ogni bicchiere. Ma è davvero possibile?
È un luogo comune vecchio come il tempo che ritroviamo in innumerevoli angoli della cultura popolare, spesso attribuito a cantanti lirici, capaci di rompere finestre e vetri che lo circondano con la sola voce.
Il famoso Enrico Caruso sosteneva di poter rompere un bicchiere con la sua voce potente, ma ciò fu negato dalla moglie dopo la sua morte. Anche la famosa cantante jazz Ella Fitzgerald intervenne in uno spot pubblicitario trasmesso nel 1973: ma questa è una pubblicità.
E la verità? È possibile per un essere umano cantare così forte da rompere un vetro, con o senza amplificatore? Sì, ma a tre condizioni specifiche.
Rompere il vetro con la voce: è davvero possibile?
Per poter rompere un vetro con la potenza della voce innanzitutto serve una voce potente, capace di raggiungere circa 105 decibel. Per comprendere meglio la potenza richiesta, ecco alcuni parametri giornalieri: la voce umana in conversazione è compresa tra 50 e 60 decibel e il rumore di un aereo da caccia a 300 metri è di 100 decibel!
Sarebbe quindi necessario un buon paio di polmoni. Ma questo non va oltre la portata delle capacità umane. Per dare una risposta a questa leggenda popolare, nel 2005 la trasmissione americana Mythbusters ha trasmesso la prima prova visiva che la voce umana è in grado di rompere il vetro, con il cantante rock Jamie Vendera.
È vero che per rompere un vetro occorre cantare ad alta voce, ma non a caso. È necessario trovare la frequenza di risonanza naturale del vetro. Per fare ciò, basta toccare il vetro con l’unghia per ascoltare la frequenza di risonanza unica di ciascun bicchiere, una risonanza creata dalla forma tubolare del vetro.
Quindi cantare ad alta voce alla frequenza esatta agita le molecole d’aria nel bicchiere, mettendolo in vibrazione. Troppe vibrazioni rompono il vetro.
Bisogna cantare ad alta voce alla giusta frequenza, ovviamente, ma questo non basta: bisogna cantare a lungo. Non è la potenza sonora della voce né la sola frequenza a causare la rottura del vetro (un grido di un secondo non avrebbe alcun effetto), ma piuttosto la pressione che le vibrazioni finiscono per produrre sul vetro dopo poco.
Quando il vetro comincia a vibrare, comincia ad oscillare. In questa oscillazione ci sono delle “pance” (dove il bicchiere si muove di più) e dei “nodi” (dove il bicchiere non si muove).