Come ogni quattro anni, alla fine di febbraio viene aggiunto un giorno al calendario. Qual è l’origine dell’anno bisestile?
A quanto pare si tratta di una “tradizione” che risale a Giulio Cesare. Gli anni bisestili sono il modo più semplice che trovarono i romani per coordinare imperfettamente il calendario sulla durata dell’anno solare, cioè sull’intervallo di tempo in cui il Sole, visto dalla Terra, ritorna nella stessa posizione seguendo il ritmo delle stagioni.
Il giorno 29 febbraio è davvero speciale: semplicemente perché questa data viene stampata sui calendari solo una volta ogni quattro anni. Per quale motivo?
Anno bisestile: origine e motivo
Anche se il nostro anno solare, basato sulla rotazione della Terra attorno al Sole, viene diviso in 365 giorni, risulta che la Terra impiega esattamente 365.242 giorni per girare attorno alla sua stella. Si verifica quindi gradualmente uno spostamento tra il calendario e il fenomeno astronomico, compensato dall’aggiunta di un giorno una volta ogni quattro anni.
A quanto pare, questa storia dell’anno bisestile risale a Giulio Cesare. Fu proprio il condottiero romano a prendere l’iniziativa di aggiungere questo giorno nel 46 AC, su consiglio di un astronomo greco. All’epoca il giorno era inserito tra il 24 e il 25 febbraio.
Quindi possiamo affermare che l’anno bisestile è solo una correzione tra le altre per adattare, non senza difficoltà, il nostro calendario ai movimenti della Terra. Dopotutto, come abbiamo visto, l’anno solare (circa 365,25 giorni) non corrisponde ad una rivoluzione completa della Terra attorno al Sole. Si tratta infatti di 20 minuti in meno di una rivoluzione completa, la cui durata è chiamata anno siderale.
Perché un anno solare è un intervallo di tempo che segue il ritmo delle stagioni ed è quindi legato all’inclinazione dell’asse terrestre, non alla sua posizione precisa attorno alla sua orbita. La Terra ruota attorno ad un asse inclinato di 23,26 gradi rispetto al piano dell’eclittica (il piano in cui ruota attorno al Sole).
Ma anche questo asse si muove: è quella che chiamiamo precessione degli equinozi. L’asse di rotazione della Terra descrive, come una trottola, un movimento circolare in circa 25.772 anni. Ogni anno l’equinozio arriva un po’ prima e precede la sua posizione precedente di una ventina di minuti rispetto all’anno precedente. Non è molto, ma abbastanza per spostare il ritmo delle stagioni di un giorno intero ogni 71 anni.
Nell’Antica Roma l’anno bisestile era considerato funesto, perché il mese di febbraio era dedicato alla celebrazione dei defunti, quindi già di per sé il secondo mese dell’anno era considerato sfortunato. Quando si aggiungeva un giorno in più, il 29 febbraio, si pensava che la sfortuna aumentasse. Al contrario nella cultura anglosassone, l’anno bisestile è considerato portatore di fortuna e buoni eventi.