Cosa succede dopo alcuni decennio dalla morte di un autore? E in che senso le opere diventano “di pubblico dominio”? Cosa ci si può fare?
Il 1° gennaio, la Giornata internazionale del pubblico dominio, celebra la vita degli autori morti molti anni fa e il fatto che le loro opere diventano ufficialmente disponibili nel “pubblico dominio”.
Inoltre, in questo giorno si osserva la scadenza dei diritti d’autore.
Ma cosa significa a livello pratico? Ecco cosa diventerà “copyright free” allo scoccare del 2024 e come funziona il diritto d’autore in Italia rispetto agli altri Paesi del mondo.
Il copyright protegge le opere originali. Il copyright appartiene alla persona che l’ha prodotta. Lo scopo del copyright è quello di proteggere l’opera dal furto da parte di altri. Il diritto d’autore impedisce anche l’utilizzo dell’opera da parte di persone non autorizzate.
Esempi di opere protette da copyright sono quelle letterarie, grafiche, architettoniche, drammatiche e audiovisive. Anche le registrazioni sonore sono protette da copyright.
Quando la protezione del copyright scade, l’opera entra nel pubblico dominio. Ciò significa che musicisti, autori e altri artisti possono utilizzare le opere di pubblico dominio per contribuire a crearne di nuove.
Per esempio, un autore di canzoni potrebbe usare le parole di un inno scritto molti anni fa in una nuova canzone che sta scrivendo. È davvero una festa quando alcune grandi opere del passato vengono fatte rivivere e riportate in vita! Il pubblico dominio rende anche l’istruzione più accessibile e aiuta a preservare il passato per le generazioni future.
Nel nostro Paese, nello specifico, la tutela fornita dal diritto d’autore si muove lungo due direzioni: il riconoscimento della paternità dell’opera (cosiddetto diritto morale d’autore); il diritto a sfruttare economicamente l’opera stessa (diritto patrimoniale d’autore). In linea di massima, secondo la legge italiana sul diritto d’autore, sono protette tutte le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.
Questi diritti d’autore, ad ogni modo, a un certo punto scadono. Il 1° gennaio 2023, le opere protette da copyright del 1927 sono ufficialmente diventate di pubblico dominio degli Stati Uniti. Ciò, ripetiamo, significa che sono diventate libere di essere copiate, condivise e sviluppate da tutti.
Tra queste opere figurano “To The Lighthouse” di Virginia Woolf e gli ultimi racconti di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, il film di fantascienza tedesco “Metropolis” e il primo thriller di Alfred Hitchcock, le composizioni di Louis Armstrong e Fats Waller e una canzone inedita sui gelati. Si noti che questo sito riguarda solo la legge degli Stati Uniti; i termini di copyright negli altri Paesi sono diversi.
L’avvicinarsi del 2024 segna un momento significativo per molti celebri autori del Novecento, poiché le loro opere diventeranno parte del pubblico dominio.
Dalla mezzanotte del prossimo primo gennaio saranno trascorsi settant’anni dalla scomparsa di Colette, del drammaturgo spagnolo Jacinto Benavente, del pittore Henri Matisse, dello scrittore e giornalista svedese Stig Dagerman, dello scrittore inglese Francis Brett Young e dell’artista messicana Frida Kahlo. Di conseguenza, in Europa, le loro creazioni saranno liberate dal copyright.
Questa “liberazione” porterà molti classici ad essere disponibili gratuitamente per la lettura; ma non solo, potremo anche vedere nuove edizioni con copertine e traduzioni aggiornate, oltre a adattamenti per la televisione, film e spettacoli teatrali.
Tuttavia, uno dei personaggi più attesi, frutto di un’opera d’ingegno, è l’indimenticabile Mickey Mouse, noto come Topolino in Italia. Negli Stati Uniti, scadranno i diritti sul primo cartone animato di Topolino, “Steamboat Willie”, datato 1928, che presenta la celebre scena in bianco e nero in cui Topolino fischietta mentre manovra un battello. Il famoso topo dei cartoni sarà libero, sebbene con alcune limitazioni.
La Disney manterrà i diritti sulle rappresentazioni moderne di Topolino e ha già sottolineato che Mickey Mouse continuerà a essere l’ambasciatore globale del brand. Ciò che diventerà libero dai diritti sarà la rappresentazione in bianco e nero di Topolino del 1927, insieme a personaggi come Minnie e Clarabella che appaiono in “Steamboat Willie”.
Ci auguriamo che Topolino non segua la stessa strada sfortunata di Winnie The Pooh, protagonista lo scorso anno di un film horror intitolato “Winnie-the-Pooh: Blood and Honey”…
I titoli menzionati sopra, così come molti altri, a partire dal 1° gennaio 2024 perderanno le protezioni legali che li hanno legati a specifiche case editrici ed eredi, con royalties da diritti d’autore e controllo creativo. Le conseguenze? Il mondo dell’editoria sarà profondamente sconvolto in quanto la scadenza dei diritti d’autore significa, tra le altre cose, che chiunque potrà creare nuove opere basate su questi classici senza il rischio di essere coinvolti in lunghe dispute legali per violazione del diritto d’autore.
Ciò che accade dal primo gennaio: di anno in anno, un nuovo gruppo di classici diventerà parte di ciò che è considerato patrimonio culturale comune.
Nel giro di pochi anni, quindi, le opere degli autori considerati classici potranno essere riprodotte, stampate, trasformate in audiolibri, digitalizzate su Amazon, portate sul palcoscenico o sul grande schermo e persino modificate a piacimento.
Wallace McLean, attivista canadese per il pubblico dominio, ha parlato per la prima volta di una Giornata del Pubblico Dominio nel 2004. Dopodiché Lawrence Lessig, attivista politico e accademico americano, ha sostenuto l’idea.
Se vi va e se siete del settore, contribuite a diffondere la notizia di questa giornata sui social media con le formule #InternationalPublicDomainDay o #IPDD.
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