Il calciatore della Juventus Nicolò Fagioli minacciato per i debiti di gioco. Lo ha raccontato lui stesso agli inquirenti durante un interrogatorio.
Lo scandalo scommesse sta sconvolgendo il calcio italiano e non sembra volersi arrestare. Fabrizio Corona, tra i principali protagonisti mediatici degli ultimi giorni, si è detto pronto a rivelare tre nuovi nomi di calciatori coinvolti. Nel frattempo, però, la giustizia, almeno quella sportiva, sta iniziando a fare il suo corso. Il primo calciatore a vuotare il sacco e a confessare tutto è stato Nicolò Fagioli della Juventus, che ha già iniziato il suo percorso di cura contro la dipendenza dal gioco e che ha già ricevuto una squalifica di 12 mesi, 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative, e una ammenda di 12.500 euro, per la violazione dell’art.24 del Cgs che vieta la possibilità di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da Figc, Uefa e Fifa.
Lo stesso Fagioli ha poi rotto il silenzio di queste settimane con un post sui suoi social network. “Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto. Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò“, ha scritto su Instagram.
A far discutere, in queste ore, non sono, però, le sue parole sui social, ma i contenuti dei verbali dei suoi interrogatori che sono stati pubblicati da diverse testate e che tracciano in maniera più dettagliata il quadro della situazione e ciò che ha vissuto sulla sua pelle il calciatore in tutti questi mesi. Fagioli parla di come tutto è iniziato, della ludopatia, ma anche delle minacce ricevute a causa dei debiti contratti. Un quadro inquietante.
Stando a quanto trapelato, Fagioli avrebbe confessato il 30 agosto, tramite una Pec, ma la storia ha inizio nel 2021. A essere coinvolto è anche il collega e amico Sandro Tonali. “Ho visto che scommetteva, non so su quali sport – racconta Fagioli – Mi ha detto che avrei potuto farlo anche io, perché i movimenti non erano tracciabili. Da quel momento ho cominciato a puntare. Lo facevano pure gli altri. Non mi ponevo il problema che fosse illegale. Fu Sandro Tonali a farmi registrare tramite un account“. È l’inizio della dipendenza. Lo juventino scommette prima sul tennis, poi gioca al casinò online e infine inizia a puntare sul calcio. Fagioli spiega agli inquirenti di non aver mai scommesso su partite di Cremonese e Juventus, le due squadre dove ha militato. Linea che, considerata la tenuità della condanna ricevuta, è stata confermata anche dalle indagini.
Arrivato a un certo punto Fagioli, che non può più prelevare soldi dal conto controllato dalla madre, inizia a chiedere soldi in prestito ad altri compagni e non solo. Con Gatti, compagno alla Juventus, avrebbe un debito di circa 40mila euro e dovrebbe dei soldi anche a Dragusin, ora al Genoa. I compagni, però, non ne sanno nulla. Lui dice che i soldi gli servono per comprare degli orologi. Gioca su varie piattaforme, legali e illegali. “A un certo punto ho cominciato a giocare anche su Eurobet. Ero ossessionato – ha aggiunto – Per restituire le somme a volte compravo dei Rolex con bonifico bancario. A volte li consegnavo io. Altre passavano i titolari delle piattaforme a ritirarli in gioielleria“. I debiti si allargano e arrivano anche le minacce: “Ti spezzo le gambe“, dicono a Fagioli.
Si parla di tre milioni di euro di debiti. “Circa 110 mila euro con le betar.bet e specialebet.bet, circa 1,5 milioni con la piattaforma illegale bullbet23.com, circa 1,3 milioni con altra piattaforma illegale, circa 17 mila euro con una agenzia legale in provincia di Pordenone e circa 31 mila euro con un banco illegale swissbet in provincia di Como – prosegue Fagioli, che dice anche il motivo per cui giocava – All’inizio un calciatore, avendo molto tempo libero finisce con il provare l’ebbrezza della scommessa per vincere la noia. Con il passare del tempo divenne un’ossessione“.
Fagioli è stato il primo a raccontare tutto questo, dimostrandosi pentito e consapevole del suo problema. Ha, quindi, iniziato un percorso di riabilitazione, seguito da un professionista, mentre il suo conto è sotto il controllo di un tutor. Ora dovrà scontare la squalifica comminata.
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