Nota anche come effetto Baader-Meinhof, l’illusione di frequenza usata spesso anche nell’ambito del marketing
In questi primi giorni del 2024 sono sotto gli occhi di tutti le varie sciagure che hanno colpito il Giappone. Dopo l’incidente all’aeroporto di Haneda, costato la vita a cinque persone, un terremoto di magnitudo 5.5 ha colpito la costa centro-occidentale del Paese e il 4 gennaio è scoppiato un incendio in un palazzo di dodici piani. Quest’ultima notizia, per quanto non certo positiva, riguarda un evento meno catastrofico rispetto ai primi due, ma ha la vicinanza con le tragedie di inizio anno le ha dato una risonanza che in altre circostanza non avrebbe avuto. In una situazione del genere si può parlare di effetto Baader-Meinhof o illusione di frequenza, che si verifica quando una qualsiasi informazione di cui si è venuti a conoscenza da poco sembra ripresentarsi all’attenzione subito dopo con una frequenza inconsueta.
Le origini del termine
Il nome di questo fenomeno deriva da quello di un gruppo terroristico della Germania Occidentale, Baader–Meinhof appunto, e da una serie di coincidenze che capitarono a un commentatore del St. Paul Minnesota Pioneer Press quando ne scoprì l’esistenza. In pratica finì per notare il nome della formazione militante un po’ ovunque e ciò lo spinse a usare l’espressione “effetto Baader–Meinhof” per descrivere l’illusione cognitiva in questione. Può capitare qualcosa del genere a chi è interessato all’acquisto di una nuova automobile e inizia a vedere il modello o il colore che ha adocchiato un po’ovunque. L’illusione di frequenza è comune anche tra gli studenti universitari che, dopo essersi imbattuti in nuovi concetti, tendono a notarne delle possibili applicazioni nella vita quotidiana.
Come funziona l’illusione di frequenza?
Quando il cervello si imbatte un concetto nuovo e stimolante (che può essere una parola prima sconosciuta, un attore ecc.) inizia inconsciamente a cercarlo ovunque e quindi diventa molto più facile notare qualcosa che, in circostanze diverse, sarebbe passata inosservata. Quando si verifica più volte un evento del genere scatta anche un altro bias, quello di conferma, che porta chi vivere l’esperienza a escludere che possa essersi verificata una coincidenza. Il tutto è rafforzato da altri due fenomeni cognitivi: l’attenzione selettiva, che spinge la mente dell’individuo a concentrarsi su uno stimolo a scapito di altri, e la recency illusion, che porta a pensare che qualcosa che si è appena notato esista da poco.
Può capitare, per esempio, quando si scopre l’esistenza di alcuni sport poco conosciuti e si resta stupiti quando si realizza che in realtà sono praticati da decenni.
L’uso dell’illusione di frequenza nel marketing
Quando si vive l’illusione di frequenza, si può avere l’impressione che il mondo stia cercando di comunicarci qualcosa o che ci sia qualche significato nascosto dietro alle numerose coincidenze. In realtà è solo uno scherzo della mente, che, affascinata da qualche concetto nuovo, inizia a cercarlo un po’ ovunque e, si sa, “chi cerca trova”! L’effetto Baader–Meinhof è usato anche in settori come il marketing per rendere i messaggi delle aziende più memorabili di quelli dei competitor e spingere i consumatori a prestare maggiore attenzione a un marchio o a un prodotto piuttosto che a un altro.