Allah Akbar è diventata negli anni una frase simbolo del terrorismo islamico, in grado di evocare alcune delle stragi più sanguinose che hanno sconvolto l’Europa. Ma qual è il suo significato?
L’Europa è tornata, improvvisamente e suo malgrado, a fare i conti con il terrorismo islamico. Abdesalem Lassoued ha ucciso due persone di nazionalità svedese a Bruxelles e ha terrorizzato l’intera capitale belga prima di essere ucciso dalle forze speciali. Il raid criminale è simile all’attentato compiuto il 25 maggio del 2014 sempre a Bruxelles. Allora un terrorista francese, Mehdi Nemmouche, fece una strage nel museo ebraico, quattro vite falciate da raffiche di Kalashnikov. Quello di Lassoued richiama, quindi, gli anni bui del terrorismo islamico e decine di stragi che hanno insanguinato il Vecchio Continente. Stragi che, spesso, hanno avuto come filo conduttore due parole, Allah Akbar, pronunciate dagli attentatori poco prima di entrare in azione e diventate un simbolo.
Ma cosa significa Allah akbar? Il suo significato letterale è “Dio è il più grande” e il modo in cui generalmente viene scritta in Italia non è corretto. Si dovrebbe, infatti, scrivere Allahu. “Allahu” è il nominativo di Allah, che vuol dire Dio. L’arabo classico segue le declinazioni come il latino: ci sono tre casi, nominativo, genitivo e accusativo. Il soggetto richiede la forma nominativa e la desinenza del nominativo viene indicata con il suono “u”.
Si tratta, ad ogni modo, di una frase che è contenuta anche in un verso del Corano in cui si dice di magnificare Dio. Viene usata come invocazione per riconoscere i propri limiti di fronte a Dio, viene pronunciata dal muezzin per invitare alla preghiera, dai fedeli all’inizio delle preghiere, nelle cerimonie del pellegrinaggio, all’inizio dei riti religiosi. In generale viene usata dai musulmani in qualunque momento della loro vita per esprimere differenti sentimenti, e anche come esclamazione per le situazioni più quotidiane.
Negli anni Allah akbar è stata utilizzata più volte anche in ambito politico. Saddam Hussein, per esempio, la mise sulla bandiera dell’Iraq dopo la prima guerra del Golfo. E ancora, l‘inno nazionale della Libia di Gheddafi si intitolava Allah akbar. Al di là di questi esempi, non c’è un vero e proprio momento in cui la frase, almeno in ambito europeo, ha assunto il legame con il terrorismo islamico. ll meccanismo appare molto semplice. Si tratta, in sostanza, di una frase che nel mondo islamico viene utilizzata da sempre e in moltissime declinazioni. Dalla gioia, al dolore, dalla sofferenza alla pura quotidianità.
Questo per dire che non si tratta di uno slogan utilizzato esclusivamente in ambito terroristico, ma di una frase di uso comune che ha preso poi anche questo significato, a braccetto con la crescita degli episodi legati al terrorismo islamico. Così si è arrivati ai nostri giorni, in cui Allah akbar rimanda, immediatamente, a episodi che hanno sconvolto l’Europa. Effettivamente, i terroristi spesso pronunciano la frase poco prima di entrare in azione, ma, come ormai avrete capito, il suo significato è slegato da tutto questo.
Negli ultimi anni, è aumentata costantemente la domanda di prestiti online, innanzitutto grazie alla crescente…
Il futuro dell'istruzione: scuole senza valutazione numerica, una riforma educativa in ascesa Nell'ambito dell'innovazione educativa,…
L'ex regina di 'Pomeriggio 5' ritorna in tv con un nuovo programma? Ipotesi e indizi…
Siete amanti dello slow tourism, ma non sapete dove praticarlo in Italia? Ecco i luoghi…
Vediamo quali sono le località nei pressi della Capitale che bisogna visitare almeno una volta…
Agli Oscar ci sarà anche un film italiano: Io Capitano, diretto da Matteo Garrone, uno…