La Cina annuncia la misura ‘sperimentale’ per incentivare la ripresa del turismo: sarà applicata per soggiorni di due settimane massimo all’Italia e non solo
Italiani in Cina senza visto per soggiorni che non superano le due settimane: questa è la misura sperimentale annunciata da Pechino, la quale sarà applicata dal 2024 anche ad altri Paesi europei e alla Malesia.
È stato il Ministro degli Esteri cinese a rendere nota la notizia, precisando che per quasi tutto il 2024 i cittadini italiani e altri quattro Paesi dell’Unione Europea – Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi – non avranno bisogno del visto per entrare in Cina se la loro permanenza non supera i 15 giorni.
Italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, olandesi e malesiani potranno visitare la Cina senza visto
Si tratta di Paesi con cui la Cina ha interessi a mostrarsi amica e costruttiva: nel caso italiano c’è la questione della Belt and Road Initiative (per il quale tra un mese il governo Meloni sarà chiamato a scegliere se rinnovare o meno l’adesione del 2019) e la necessità di mantenere attivi i rapporti nella strategic partenership che nel 2024 compirà vent’anni.
In generale, tutti gli europei sono corteggiati anche pensando all’incontro Ue-Cina del 7-8 dicembre. La Malesia è invece un gancio nell’Indo Pacifico, dove gli Usa stanno stringendo il fronte di alleati e partner.
“Questa decisione faciliterà i viaggi in Cina per molti cittadini tedeschi in misura senza precedenti”, ha detto l’ambasciatrice tedesca in Cina, Patricia Flor. “Speriamo che il governo cinese attuerà le misure annunciate oggi per tutti gli Stati membri dell’Ue”.
Questa misura – che ricordiamo essere in via del tutto sperimentale – è volta a favorire il ritorno del turismo da parte di questi Paesi sopra elencati che “saranno unilateralmente esentati dal visto” ha precisato il portavoce ministeriale Mao Ning.
I rigidi protocolli cinesi anti-pandemia hanno imposto per quasi tre anni la quarantena obbligatoria per tutti gli arrivi scoraggiando di fatti i grandi flussi turistici. Benché le restrizioni siano state revocate all’inizio di quest’anno, il turismo internazionale in Cina non è più ritornato ai livelli prepandemici.
La nuova misura sarà attuata dal 1 dicembre 2023 al 30 novembre 2024 e ha l’obiettivo di facilitare gli scambi internazionali di persone e, a sua volta, consentire “un’apertura di alto livello verso il mondo esterno”, ha aggiunto Ning. L’annuncio di Pechino è stato fatto in concomitanza con la visita ufficiale in Cina della titolare degli esteri francese, Katherine Colonna.
Il programma di prova non si applicherà ai cittadini britannici che viaggiano in Cina, che dovranno continuare a richiedere il visto sebbene non sia richiesto il visto per visitare Hong Kong o Macao.
La Cina ha preso provvedimenti negli ultimi mesi — incluso il ripristino delle rotte di volo internazionali — per rilanciare il suo settore turistico dopo tre anni di rigide misure per far fronte alla pandemia, che hanno in gran parte chiuso le sue frontiere al mondo esterno. Il governo sta anche cercando di ristabilire l’immagine di Pechino in tutto il mondo dopo essersi scontrato con molti Paesi occidentali su varie questioni — tra cui Covid, diritti umani, Taiwan e commercio.
Quest’ultime sono state tutte situazioni anti-cinesi e per questo Pechino avrebbe corso ai ripari in diversi modi: ad esempio questo mese ha già ampliato la sua politica di transito senza visto a 54 Paesi.
Ad agosto, la Cina ha abolito tutti i requisiti dei Covid Test per i viaggiatori in entrata, ha ripreso anche l’ingresso senza visto di 15 giorni per i cittadini di Singapore e Brunei a luglio.
I voli internazionali dentro e fuori il paese, pur recuperando più lentamente dei servizi sulla rete nazionale, hanno ripreso piede. L’autorità aeronautica cinese ha detto in ottobre che erano previsti 16.680 voli settimanali da novembre a marzo, con voli passeggeri che dovrebbero raggiungere il 71% del totale quattro anni fa.
Le mosse, come accennato, seguono un’esigenza. Un recente sondaggio del Pew Research Center condotto in 24 Paesi ha rivelato che le opinioni sulla Cina erano ampiamente negative, con il 67% degli adulti che esprimevano opinioni sfavorevoli.
A Pechino serve anche un’operazione di immagine, mostrandosi aperta. Più della metà degli intervistati ha affermato che la Cina ha interferito negli affari di altri paesi e non ha tenuto conto degli interessi di altri.
La Passport Diplomacy con l’Italia e altri europei indica che nel Partito/Stato si è consapevoli che serve cambiare comportamento. Non è chiaro per ora quanto questo cambiamento avrà un senso tattico — operazione di immagine — oppure sarà qualcosa di più profondo.