Avete mai sentito parlare del Punto Nemo? È uno dei cosiddetti “poli dell’inaccessibilità”. Capiamo più nel dettaglio cosa significa e in quale punto esatto del Mondo ci si dovrebbe dirigere qualora lo si volesse visitare
Punto Nemo. Due semplici parole per indicare uno dei luoghi più remoti e misteriosi presenti sulla Terra.
Stiamo parlando di uno dei “poli dell’inaccessibilità”, dove è possibile ritrovare alcune particolarità davvero assurde.
In questo approfondimento proviamo, allora, a conoscerne qualcuna.
Il Punto Nemo è il luogo del nostro Pianeta che si trova alla maggior distanza da qualsiasi terra emersa.
Esso si trova nell’Oceano Pacifico e dista circa 2.700 km dai tre punti di terra più vicini, fatto che lo rende anche il punto oceanico più distante da tutte le terre emerse.
Nel dettaglio, i lembi di terra più vicini al Punto Nemo sono a nord l’Isola di Pandora, un atollo disabitato compreso nelle Isole Pitcairn, a nord-est l’Isola Motu Nui, nel territorio del Cile, e a sud l’Isola Maher, nell’Antartide.
Viste le ampie distanze che dividono il Punto Nemo da ognuna di queste tre zone, curiosità vuole che, qualora vi trovaste esattamente in questo punto nell’Oceano Pacifico, le forme di vita umana più vicine a voi sarebbero con ogni probabilità quelle presenti nella Stazione Spaziale Internazionale.
Essa si trova, infatti, a soli 408 km di distanza dal Punto Nemo, decisamente meno dei 2.700 km che si dovrebbero invece percorrere per trovare una terra su cui camminare.
Un fatto decisamente particolare.
Ad accrescere il mito del Punto Nemo è poi anche un’altra curiosità, ovvero il fatto che sui suoi fondali si celi un vero e proprio cimitero di veicoli spaziali.
Impostando le coordinate 45º52.6S, 123º23.6W sul vostro GPS (quelle del Punto Nemo, ndr) finireste con l’arrivare nell’esatto punto in cui nel corso degli anni sono stati fatti abissare centinaia dei veicoli che hanno fatto visita nello Spazio.
Non solo. Qui è possibile trovare addirittura i resti di una Stazione Spaziale.
Si tratta della Mir, la Stazione Spaziale che la Russia decise di porre in disuso nel 2001 e che ancora oggi ricopre parte dei fondali marini nel Punto Nemo.
È per questo che tale zona del nostro Pianeta si è guadagnata addirittura l’appellativo di “Spacecraft cemetery”, ovvero “il cimitero dei veicoli spaziali”.
Qui, come detto, ce ne sono a centinaia e la NASA ha già annunciato che nel 2030, quando la Stazione Spaziale Internazionale verrà dismessa, è proprio nel Punto Nemo che verrà fatta cadere.
Un altro fatto alquanto singolare e affascinante.
Non capita, infatti, tutti i giorni di trovare quello che potrebbe essere definito il più ampio deposito di veicoli dello spazio ormai in disuso.
Il Punto Nemo è stato scoperto da Hrvoje Lukatela, ingegnere croato-canadese che nel 1992 decise di trovare il luogo più inaccessibile delle terre emerse.
Dotato di una Laurea in Geodesia, disciplina che si occupa di studiare nel dettaglio la misura e la rappresentazione della terra, Lukatela utilizzò un programma informatico geo-spaziale per riuscire a individuare il punto esatto e lo fece prendendo in considerazione tre diverse linee di costa.
Fu così che individuò il Punto Nemo, area che trae il proprio nome sia dal latino che dal Capitano Nemo.
In latino il termine “nemo” significa, infatti, “nessuno” e ciò lo rende il vocabolo adatto per indicare un punto così remoto e difficilmente accessibile.
Punto Nemo è però anche un omaggio al Capitano Nemo, personaggio letterario di finzione e protagonista del romanzo “Ventimila leghe sotto i mari”, scritto da Jules Verne.
Presso il Punto Nemo non si trovano poi molte forme di vita. Esso è collocato nel cuore del vortice subtropicale del Nord Pacifico, una corrente oceanica a forma di vortice.
Per questo, tale area risulta isolata dall’afflusso di grandi masse di acqua fredda, le quali sono ricche di nutrimento indispensabile per il sostentamento della vita marina.
Ne deriva che le forme viventi siano molto rare nel Punto Nemo, così come anche la formazione di detriti biologici depositati sul fondo dell’oceano.
Anche per via della scarsità di vita, oltre che per le difficoltà che si devono superare per aggiungerlo, il Punto Nemo è stato classificato come uno dei quattro “poli dell’inaccessibilità”.
Si tratta dei quattro punti geografici sulla superficie della Terra in possesso di notevoli caratteristiche dal punto di vista statico.
Nel dettaglio, essi si dividono in “polo nord dell’inaccessibilità”, “polo sud dell’inaccessibilità”, “polo oceanico dell’inaccessibilità” e, per finire, “polo continentale dell’inaccessibilità”.
Il “polo nord dell’inaccessibilità” si trova alle coordinate 84°03′N 174°51′W ed è il punto del Mar Glaciale Articolo più lontano da qualsiasi terra emersa.
Il “polo sud dell’inaccessibilità” è, invece, il punto del continente antartico più lontano da qualsiasi linea costiera. Le sue coordinate sono: 85°50′S 65°47′E.
Il “polo oceanico dell’inaccessibilità” è un altro modo per indicare proprio il Punto Nemo, mentre il “polo continentale dell’inaccessibilità” è il punto delle terre emerse più distante da mari e oceani.
Quest’ultimo si trova alle coordinate 46°17′N 86°40′E, per la precisione, tra Europa e Asia.
Esso ricade, infatti, nella parte settentrionale della Cina, a circa 320 km da Ürümqi, regione dello Xinjiang.
Qui la costa più vicina dista 2.645 km, più o meno la stessa distanza presente tra il Punto Nemo e le terre emerse.
Altra curiosità circa il Punto Nemo è che per essere raggiunto occorre navigare per 15 giorni, 10 ore e 37 minuti.
Questi, quantomeno, i dati fatti registrare dall’imbarcazione più rapida ad aver mai raggiunto questa area specifica nell’oceano.
Sebbene sia uno dei più remoti, il Punto Nemo è comunque un punto di passaggio per diverse imbarcazioni.
Non è raro leggere di una tratta seguita da qualche nave che comprenda anche un passaggio per questa zona così difficile da raggiungere.
Talvolta capita che addirittura qualche gara venga fatta passare per il Punto Nemo.
Ne è un esempio la Volvo Ocean Race, competizione che si è tenuta nel 2017 e che ha visto sfidarsi sette barche da 21 metri l’una.
È proprio in quell’occasione che diverse imbarcazioni sono passate per il Punto Nemo, salutando con uno sguardo al cielo la Stazione Spaziale Internazionale e con uno rivolto agli abissi il cimitero dei veicoli spaziali.
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