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Curiosità

Caffè, le 12 curiosità che (forse) non conoscevi

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Giulia De Sanctis

Il caffè è la bevanda più diffusa al mondo e ogni giorno si consumano 1,6 miliardi di tazze, ma ci sono alcune curiosità che devi conoscere

Sono tante le curiosità sul caffè che probabilmente non conosci: bevanda apprezzata in tutto il mondo (seconda solo all’acqua) e in virtù della sua storia secolare, le curiosità intorno a essa si sono susseguite e raccontate nel corso degli anni. Ecco quali sono.

Le curiosità sul caffè che probabilmente non conosci

Iniziamo con il dire che si chiama caffè perché, intorno all’anno 1000, alcuni commercianti arabi portarono dai loro viaggi in Africa dei chicchi da cui traevano una bevanda eccitante per ebollizione che chiamavano qahwa (“eccitante”).

Foto | Unsplash @Nathan Dumlao – Fortenews.it

Da qui alla parola turca kahve e all’italiano caffè il passo è stato breve. Ma c’è chi sostiene che il nome in realtà derivi da Caffa, regione dell’Etiopia dove cresce spontaneamente.

Inoltre il caffè si diffuse in Europa solo nel XVII secolo con il nome provvisorio di vino d’Arabia, per merito dei mercanti veneziani di casa a Istanbul – la quale era capitale dell’Impero Ottomano -.

Venne in seguito bollato dalla Chiesa come bevanda del diavolo per le sue proprietà eccitanti e fu per anni – preparato alla turca, ovvero sciolto nell’acqua – una bevanda da taverna; almeno fino agli inizi del ‘700, quando i caffè divennero luoghi di ritrovo frequentati da filosofi illuministi.

Chi beve più caffè? Il Paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno pro capite, mentre quello dove se ne consuma meno è Porto Rico, con 400 gr per persona.

L’Italia si trova al 12esimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè pro-capite dopo Svizzera, Canada, Danimarca e Austria. La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all’anno per persona.

Il caffè può essere velenoso: infatti la caffeina può uccidere, ma bisogna bere tra le 80 e le 100 tazze in un tempo ristretto di circa 4 ore.

Inoltre non contiene solo caffeina, ma ci sono 1000 composti chimici nel caffè, di cui alcuni di essi sono in continua fonte di scoperta per la scienza e potrebbero essere usati in futuro per curare malattie cardiache e insonnia.

L’OMS ha recentemente scagionati il caffè dai sospetti dei decenni passati che aveva etichettato la bevanda come contenente composti cancerogeni.

Sai quand’è l’ora migliore per bere il caffè? Quasi tutti sappiamo che concedersi  un espresso nel tardo pomeriggio può tenerci con gli occhi sbarrati al momento di prendere sonno. Ma nel resto della giornata, qual è l’orario ideale per assumere caffeina?

Dalle 9:30 alle 11:30 del mattino ogni istante è quello giusto, secondo le neuroscienze e la crono-farmacologia, un ramo della medicina che mette in relazione l’assunzione di farmaci o sostanze psicoattive con l’andamento del nostro naturale orologio biologico.

Inoltre, da uno studio del 2008 dell’Università di Lund in Svezia, si è evinto che bere caffè ridurrebbe il rischio di cancro al seno, almeno per le donne che hanno una variante relativamente comune del gene CYP1A2, che aiuta a metabolizzare estrogeni e la bevanda.

E nel 2011, la Harvard School of Public Health ha riferito di uno studio su 48.000 uomini, che bevendo sei o più tazze al giorno hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata.

L’ultima notizia, in ordine di tempo, segnala il potere del caffè come antidepressivo: sempre secondo  l’Harvard School of Public Health, le persone che consumano dalle 2 alle 4 tazzine di caffè al giorno hanno il 50% di possibilità in meno di togliersi la vita rispetto alle altre.

Non tutti lo prendono bevendo e piace sia agli artisti che agli sportivi

È vero, non tutti lo prendono bevendo: ne è un esempio il Re Carlo III, appassionati di terapie mediche alternative, il quale è fervente sostenitore dei clisteri di caffè come cura anticancro – fanno parte della cura Gerson che prevede, tra l’altro, iniezioni di vitamine -.

Foto | Unsplash @Nathan Dumlao – Fortenews.it

È una bevanda che piace sia agli artisti – al compositore Johann Sebastian Bach il caffè piaceva così tanto da dedicargli una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735 – sia agli sportivi.

Infatti, secondo uno studio dell’Università del Queensland, pubblicato sul Journal of Science and Medicine in Sport, 14 ciclisti che avevano assunto il caffè un’ora prima di una corsa guadagnavano il 2% in termini di velocità.

Ma perché quello che si beve in alcuni luoghi – per esempio a Napoli – è più forte? Dipende tutto dalla miscela. Le due principali combinazioni, la robusta e l’arabica, non hanno le stesse caratteristiche organolettiche.

La robusta può avere il doppio di caffeina dell’arabica (che è più pregiata, ma meno “forte”). E in parte dipende dalla tostatura (o torrefazione) del caffè, il processo di arrostimento.

Sorpresa: il caffè decaffeinato non lo è del tutto: esiste un’unica variante di caffè decaffeinato naturalmente: la Coffea charrieriana, originaria del Camerun, mentre il resto del caffè viene decaffeinato in modo artificiale – anche se in realtà è impossibile eliminare del tutto la caffeina.

Secondo uno studio dell’Università della Florida, in 5/10 tazze di caffè decaffeinato si troverebbe lo stesso quantitativo di caffeina presente in una-due tazze di caffè.

Dunque in media in una tazzina di decaffeinato ci sarebbe l’equivalente di un quinto o un decimo di quella contenuta in una tazzina di espresso normale.

Infine qual è il sistema migliore per farlo? Prima dell’invenzione della moka, in Italia il caffè si preparava generalmente con caffettiere di tipo napoletano.

Questi apparecchi, ancora oggi diffusi in alcune zone dell’Italia meridionale, sono costituiti da due recipienti posti l’uno sull’altro e separati da un filtro riempito di caffè.
Quando l’acqua nel cilindro inferiore arriva all’ebollizione, la caffettiera viene tolta dal fuoco e girata. Così l’acqua, per gravità, passa attraverso il macinato e ne estrae aromi ed essenze.
Nella moka il processo di estrazione è analogo, ma più veloce: infatti è il vapore surriscaldato a spingere velocemente l’acqua bollente attraverso il filtro. Così, in meno di un minuto viene estratto e riversato nella parte superiore.
Però allora qual è il sistema migliore? Sicuramente quello napoletano, poiché il filtraggio è più lento e l’aroma del caffè è meno alterato dal contatto con l’acqua surriscaldata.
Giulia De Sanctis

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